Bari, 23 Aprile 2020


Alla compagna Emanuela Bizi
Segretaria Nazionale SLC CGIL


Ai Lavoratori del Settore Musica

Gli operatori dello spettacolo che lavorano nel settore musicale articolano le loro
professionalità, artistiche e tecniche, in numerosi e diversificati ambiti.
Specifici progetti europei (per es. Equal, per intervenire sulle forme di discriminazione e disuguaglianza presenti nel mercato del lavoro) hanno permesso di definire una mappatura precisa ed una classificazione delle figure professionali che operano nello spettacolo, raggruppate in 5 differenti aree, come schematizzato da Nadia Masini, curatrice del progetto “Vivo di Spettacolo”:


1. Area ideazione e progettazione:
Attività relative alla elaborazione e produzione delle opere dell’ingegno di carattere creativo per lo spettacolo;
2. Area esecuzione – interpretazione:
Attività relative alla pratica di esecuzione e interpretazione di uno spettacolo, sia dal vivo che registrato;
3. Area ingegneria dello spettacolo:
Attività relative all’ingegneria dello spettacolo, ossia ideazione, produzione di tecnologie e di strumenti a supporto della creazione, realizzazione ed erogazione dello spettacolo;
4. Area gestione:
Attività relative alle metodologie organizzative, amministrative e promozionali di eventi e/o prodotti (festival, gestione luoghi deputati all’esecuzione, ecc.) o di gestione del lavoro dell’artista. Questa area comprende 5 sottocategorie: amministrativa, manageriale/imprenditoriale, commerciale, comunicazione, figure speciali;
5. Area formazione:
Attività relative all’insegnamento e alla pratica di livello propedeutico, professionale, superiore e specialistico.
Le schematizzazioni che seguono prendono ad esempio gli operatori artistici perché è in questo ambito che si manifesta la maggiore variabilità di applicazione delle competenze professionali, distribuite in tutte e cinque queste aree, contemporaneamente o in periodi differenti delle singole carriere professionali;


Un musicista professionista, oggi articola il proprio lavoro in una complessa molteplicità di attività:
1. Spettacolo dal vivo;
2. Didattica/formazione;
2. Composizione;
3. Arrangiamento;
4. Organizzazione/gestione di eventi;
5. Distribuzione;
6. Studio di registrazione;
7. Altre mansioni creative o tecniche;

Sono molto pochi i musicisti riconosciuti come tali attraverso le leggi attuali, riconoscimento riferito esclusivamente all’attività di spettacolo dal vivo, tramite il conteggio annuale dei versamenti ex ENPALS, ignorando del tutto la articolazione complessiva delle professionalità del settore, ed utilizzando un parametro, i versamenti previdenziali, fortemente deformato dalla enorme mole di lavoro irregolare attualmente sviluppato.
Le carenze del sistema legislativo odierno impediscono di riconoscere ed unificare le svariate e differenti attività collaterali alla performance live e, conseguentemente, di recepire le richieste della Comunità Europea, allineando il nostro sistema legislativo a quello della maggior parte degli stati europei occidentali.


Allo stato attuale i musicisti hanno un riconoscimento, parziale, della propria professionalità collegato alla tipologia di rapporto di lavoro:
1. contratto come lavoratore dipendente, a tempo determinato o indeterminato, presso
Fondazioni Lirico Sinfoniche, Teatri, ICO, ecc. (con specifica qualifica di musicista);
2. contratto come lavoratore dipendente, nelle scuole pubbliche e nei Conservatori (con
qualifica di didatta, non di musicista, per il periodo di durata del contratto); 3. partita iva personale, come lavoratore autonomo;
4. lavoro occasionale o da dipendente, se lavora tramite prestazioni occasionali oppure
tramite iscrizione, anche temporanea, ad una struttura di intermediazione (cooperative,
associazioni, imprese), attraverso la cui partita iva può fatturare il lavoro effettuato;

Gli operatori appartenenti ai primi due gruppi possiedono le tutele previste dai contratti
nazionali di lavoro, ma solo il primo per professionalità musicale riconosciuta, il secondo per ambiti differenti e separati, formazione e servizi.
I lavoratori del terzo gruppo sono privi di alcuna tutela, essendo considerati lavoratori autonomi liberi professionisti, ed hanno persino pesanti obblighi fiscali e previdenziali.
La partita iva, occorre sottolinearlo, è uno strumento generico attraverso il quale si possono effettuare prestazioni concertistiche (versando autonomamente i contributi ex ENPALS, e di conseguenza essere riconosciuti come lavoratori dello spettacolo), oppure effettuare prestazioni di fornitura di servizi (didattica privata, lavoro in studio, arrangiamento, ecc.), in questo caso non riconosciuti come attività professionale collegata allo spettacolo.
Il quarto raggruppamento, il più esteso insieme al terzo (rappresentano, insieme, oltre l’80% degli operatori artistici), è anch’esso del tutto privo di riconoscimento e tutele, relegato in un dedalo di rapporti di lavoro discontinui, parzialmente o del tutto irregolari e privi di visibilità e tracciabilità fiscale e previdenziale.
A questi vanno sommati un numero estremamente elevato di musicisti in una situazione
intermedia, che riescono ad ottenere contratti a tempo determinato solo saltuariamente e per brevissimi periodi, spesso dotati di P.IVA solo per regolarizzare le attività collaterali a quelle concertistiche. Questi, non solo non riescono ad avere i sufficienti versamenti ex ENPALS per essere riconosciuti, anche prima della crisi attuale, come professionisti della musica, ma sono anche del tutto privi di tutele e di assistenza.
SLC CGIL calcola che i lavoratori, artistici e tecnici, dello spettacolo (teatro, musica e danza) che sviluppano una attività professionale e costante, per quanto discontinua e invisibile, siano attualmente circa 350.000, dei quali solo qualche decina di migliaia sono quelli forniti di un qualche lavoro più o meno stabile e delle tutele essenziali (disoccupazione, malattia).


Interventi straordinari emanati dal Governo nell’emergenza sanitaria attuale si tratta di
interventi diversificati, ma che riescono a contemplare solamente i lavoratori dello spettacolo che risultano visibili attraverso il possesso dei seguenti requisiti:
A) Situazione contrattuale definita, a tempo indeterminato o determinato: musicisti che
lavorano nelle Fondazioni Lirico Sinfoniche, nelle ICO, negli enti, nei conservatori, nelle scuole pubbliche, in cooperative o strutture con contratti più o meno stabili.
B) 30 giornate di versamenti previdenziali nell’anno 2019 sullo spettacolo dal vivo (ex enpals, ora inps – estratto conto rosso “Lavoratori dello spettacolo”).
C) Partita iva personale, requisito che, comunque, rimane generico e non identificativo di
specifiche professionalità artistiche o tecniche.


SLC CGIL stima che siano quindi, complessivamente, circa 300.000 i professionisti del settore spettacolo, artisti e tecnici, ad oggi tagliati fuori da ogni forma si sostegno e tutela, con problemi enormi di sopravvivenza quotidiana, soprattutto per i capofamiglia mono-reddito, che:
– non hanno contratti di lavoro stabili o ben definiti
– non insegnano nelle strutture pubbliche
– non possiedono partita IVA personale
– non hanno 30 versamenti previdenziali nel 2019
– si trovano, normalmente, in una situazione di lavoro discontinuo e precario con altissimo tasso di elusione ed evasione fiscale e previdenziale, non per scelta ma perché questa è, nella situazione attuale determinata da un complesso legislativo obsoleto e frammentato, l’unica possibilità offerta dalla parte maggiore del mercato privato.


Preso atto di questo scenario drammatico, SLC – CGIL, in contatto costante con gli altri sindacati, le cooperative, e le associazioni del settore, sta lavorando su differenti piani di proposte:

FASE 1 – INTERVENTI STRAORDINARI A BREVE TERMINE PER FORNIRE PROTEZIONI DI URGENZA PER LE PROFESSIONALITA’ DEL SETTORE SPETTACOLO:
A) Modifica dei requisiti richiesti nei prossimi decreti, riducendoli e diversificandoli, in modo da poter includere una parte consistente dei lavoratori dello spettacolo esclusi dai precedenti interventi;
B) Accesso ad un reddito di “sopravvivenza”, basso e generico, umiliante perché non
riconoscerebbe le elevate qualifiche professionali degli operatori, utile però come intervento di emergenza per assistere, provvisoriamente, chi non riuscirà ad essere ammesso al precedente intervento;

FASE 2 – INTERVENTI A MEDIO TERMINE PER FORNIRE STRUMENTI PROVVISORI AL FINE DI FAVORIRE LA RIPRESA DELLE ATTIVITA’, IN ATTESA DI MODIFICHE SOSTANZIALI E COORDINATE ALLE LEGGI ATTUALI:
A) Istituzione di una partita iva dedicata ai lavoratori dello spettacolo (differente da quella generica per servizi attualmente in corso, con bassi costi di gestione, possibilità di riduzione del costo totale del lavoro e accompagnata da tutele ed ammortizzatori sociali appositi).
B) In alternativa, introduzione di Voucher (buono lavoro) accompagnati da tutele e
defiscalizzazioni parziali.


FASE 3 – INTERVENTI A LUNGO TERMINE PROPOSTA DI LEGGE QUADRO PER IL LAVORO DELLO SPETTACOLO.
La SLC – CGIL sta esaminando nel dettaglio i sistemi legislativi europei più avanzati in materia di lavoro nello spettacolo, per arrivare alla costruzione di una proposta di legge moderna ed organica.
Questi i punti principali su cui occorre operare:

  • Obbligatorietà del foglio di ingaggio;
  • Indennità di disoccupazione;
  • Istituzione di un Fondo di sostegno al reddito per i lavoratori dello spettacolo;
  • Assicurazione infortuni sul lavoro;
  • Indennità di maternità;
  • Riconoscimento delle giornate di prova necessarie alla preparazione degli spettacoli (con possibilità di coprirle con versamenti previdenziali ai fini pensionistici – fondamentale per poter distinguere i lavoratori professionisti);
  • Istituzione della figura professionale di “Agente artista di spettacolo”, attraverso la quale semplificare e facilitare il lavoro delle agenzie che si occupano di vendita e circuitazione degli spettacoli;
  • Istituzione di un registro dei lavoratori e degli agenti di spettacolo, che individui, sulla base dei parametri di certificazione stabiliti a livello europeo, i professionisti del settore che potranno accedere alle tutele e defiscalizzazioni previste;
  • Sgravi fiscali per:
    • Acquisto, manutenzione e riparazione attrezzature tecniche necessarie alla professione.
    • Spese relative mezzi di trasporto.
  • Vitto e alloggio nel caso di trasferte, entro un limite massimo proporzionale al fatturato annuale;
  • Possibili modifiche specifiche del sistema pensionistico, dell’IVA sui prodotti culturali, della SIAE e dei diritti di esecuzione;

RICADUTE E BENEFICI DELLA RAZIONALIZZAZIONE DEL SISTEMA LEGISLATIVO RICHIESTA.

– Unione delle posizioni previdenziali Sezione Musica dal vivo e Sezione Servizi (didattica, arrangiamento, studio di registrazione, ecc.). In questo modo si potrebbe costituire un’unica cassa previdenziale (attivando procedure semplificate per pensione, malattia, maternità, disoccupazione) e si unificherebbero i parametri (non solo ambito concertistico) per la definizione e qualificazione della professione, adeguandoci alle certificazioni professionali europee.

– Riconoscimento giuridico della professione, che permetterebbe di introdurre specifici incentivi fiscali, contribuendo all’abbattimento del costo del lavoro nello spettacolo e alla semplificazione degli obblighi fiscali e previdenziali, elementi che costituirebbero un incentivo potente ed efficace alla emersione del lavoro irregolare.

– Riconoscimento dell’attività didattica privata, come parte essenziale dell’attività professionale musicale. Questo potrebbe portare anche al riconoscimento ufficiale dell’attività svolta sui territori dalle circa 1500 scuole di musica private, prive di qualunque sostegno pubblico e di sgravi fiscali. In queste strutture lavorano circa 18.000 musicisti e tecnici, quasi sempre privi di contratti o tutele.

– Incentivi e sgravi fiscali e previdenziali per organizzatori e gestori che ingaggiano musicisti professionisti, contribuendo a ridurre la concorrenza impropria sviluppata attualmente dai dopolavoristi, spesso preferiti perché esentati dai versamenti ex ENPALS da un provvedimento governativo deforme di diversi anni fa, che andrebbe rapidamente modificato.

– Emersione di quantità notevoli di lavoro attualmente sommerso, con ricadute economiche positive e miglioramento e semplificazione dei meccanismi generali fiscali e previdenziali.

INTERVENTI SUL TERRITORIO REGIONALE

Considerato che il governo è orientato a non consentire la ripresa a breve delle attività artistiche dal vivo, SLC CGIL, in costante contatto con le altre organizzazioni del settore Cultura e Spettacolo, sta portando avanti un confronto serrato a livello regionale e con le varie amministrazioni locali, basato su due canali di richieste:

1) Messa in sicurezza delle strutture, imprese e aziende del settore di produzione culturale e spettacolare, la cui attività è al momento del tutto sospesa, con annullamento di intere stagioni spettacolari, festival, rassegne, eventi, stage.

Sono stati richiesti:

– Liquidazione immediata dei pagamenti ancora sospesi dell’attività pregressa.

– Interventi di credito privo di interessi da erogare nel più breve tempo possibile.

– Interventi di risorse erogate a fondo perduto per coprire le spese fisse strutturali.

– Interventi di cassa integrazione per le situazioni in cui è possibile.

2) Riprogrammazione degli interventi economici a sostegno delle attività annuali, in modo da facilitarne la ripresa appena sarà possibile, stimolandone la diffusione e la fruizione. Sulla situazione regionale è importante conoscere alcuni elementi, fondamentali nel momento in cui le attività riprenderanno. La nostra regione, negli anni, ha sviluppato un articolato e complesso piano di finanziamenti alle attività spettacolari e culturali, attraverso la costruzione di una legge apposita, in un confronto costante con sindacati ed organizzazioni del settore. Gli investimenti annuali complessivi si aggirano, in media, sui 12 milioni annui, sfruttando anche canali di finanziamento della UE.

Attraverso passaggi complessi e trasparenti, regolamenti e bandi pubblici, sono una settantina le strutture, di varia dimensione, che sono ammesse, ogni anno, a questi finanziamenti, e che sviluppano eventi, festival e rassegne. Queste programmazioni rappresentano un ambito organizzato e qualificato a cui molti musicisti propongono i propri progetti e nel quale molti hanno sviluppato e svilupperanno del lavoro.

Utilizzando fonti di finanziamento pubbliche, queste strutture sono tenute alla massima trasparenza e regolarità, pertanto nei contratti devono sempre essere espressamente previsti e conteggiati i versamenti previdenziali INPS, dei quali le stesse strutture sono tenute a dare certificazione agli artisti.

Il Segretario Generale Slc Cgil Puglia

Nicola Di Ceglie

Il Coordinatore Settore Musica Puglia

Felice Mezzina