Comdata, spinta dalla spasmodica ricerca del recupero di produttività ad ogni costo continua a prodigarsi in innovazioni sperimentali sempre più discutibili. Oltre ad una gestione dell’emergenza Covid nelle sue varie fasi troppo spesso caratterizzata dalla unilateralità (gestione fis/malattia, rientri in azienda, …) ora, dopo aver fatto saltare il tavolo sindacale per la solita rigidità che caratterizza questa azienda da qualche tempo, lancia il primo “premio di risultato” aziendale. Un premio di risultato si fa per dire…trattandosi di in atto unilaterale, stiamo parlando di una “canvass” generalizzata che non avrà diritto neanche alla defiscalizzazione prevista dalla legge.
Come SLC CGIL abbiamo sempre confermato, in ogni sede, la nostra disponibilità a traguardare un accordo sindacale sul premio di risultato che dia il giusto riconoscimento economico alle lavoratrici ed ai lavoratori per il lavoro svolto con abnegazione e professionalità. Un premio che sapesse riconoscere e premiare la produttività raggiunta e l’apporto dei lavoratori. Peccato che Comdata abbia sempre proposto meccanismi che assomigliano di più ad una corsa ad ostacoli piuttosto che un PdR.
Meccanismi farraginosi, difficili da spiegare e con una forte componente di unilateralità nel valutare gli obiettivi. Un meccanismo che aveva nella “pista” che valorizza le presenze la massima forma di rigidità: o scegliete un meccanismo con soglie rigide e fortemente penalizzanti o un meccanismo che valorizzi la presenza effettiva senza però sterilizzare voci quali la maternità obbligatoria, la L.104, i day hospital oncologici, almeno un grande evento di assenza per malattia.
Insomma, tutt’altro rispetto a quanto richiesta da SLC CGIL: regole chiare, obiettivi accessibili, e soprattutto senza “trabocchetti” e “tagliole” che rischiano di non rendere concretamente traguardabile quel premio.
Anche sul tema della produttività la posizione aziendale si distingue per ossessiva rigidità.
La SLC CGIL, ma in generale tutto il sindacato confederale, non si è mai sottratta ad un confronto sul tema, nel merito e con pragmatismo. Purtroppo in Comdata sta invece prevalendo una impostazione poco duttile, che riassume la produttività solo e soltanto in un mero aumento dei pezzi prodotti, con evidenti ricadute sul clima aziendale, che sempre più spesso ricorda quello delle catene di montaggio degli anni 60.
Un approccio sbagliato, tendenzialmente controproducente e che finisce per generare disaffezione e una strisciante conflittualità…l’esatto contrario delle condizioni che generano invece miglioramenti nei processi.
La si smetta una buona volta di raccontare la favoletta dell’azienda buona che vuole regalare soldi ai lavoratori (la stessa azienda che per tre anni non ha pagato il pdr!?).
Si cambi registro in azienda e si investa su un sistema di relazioni stabili sia sui territori che a livello nazionale, riscoprendo il senso ed il valore delle trattative come luogo di mediazione e di incontro ma, soprattutto, si smetta di considerare le persone “polli da batteria”.
Roma, 22 Settembre 2020.
La Segreteria Nazionale SLC CGIL