GLI EFFETTI DISASTROSI DELLA PANDEMIA
Gli effetti disastrosi della pandemia, combinati ad una, già in atto, concentrazione globale della diffusione dei Produtti di Intrattenimento, hanno messo ulteriormente in crisi il settore della produzione culturale. Soprattutto quella al di fuori delle poche Metropoli già capitali tradizionali dell’Industria Culturale. Se la crisi pandemica ha colpito indiscriminatamente tutti, persino i grandi Club del Calcio, disastrose sono le ricadute sui produttori culturali dei piccoli centri e delle Città capoluogo, dove il reddito da sbigliettamento “in presenza” è indispensabile, e moltissime realtà del Territorio sono precipitate in una drammatica difficoltà che rischia di far chiudere i battenti definitivamente.
Con buona pace delle “Politiche Europee” per la riduzione del “divario” Centro e Periferia dell’Industria Culturale di un Paese Membro.
Infatti, come e più che in altri ambiti, la crisi ha anche sottolineato le differenze tra imprese strutturate, come compagnie teatrali e di produzione, e piccole realtà o artisti indipendenti. Mentre le prime, hanno potuto accedere a misure straordinarie stanziate per il settore e seppure con difficoltà sopravvivere, le altre realtà (la grande maggioranza) hanno sofferto la mancanza di opportunità e sostegni di ogni genere. Le cause risiedono soprattutto in un sistema inadeguato che ha sempre privilegiato il lavoro nero o grigio, o altrimenti “dopolavorista” e vittima dell’ideologia “tanto ti stai divertendo”. E spesso con soluzioni contrattuali “di fantasia” e senza “obblighi di contribuzione”. Perciò l’humus culturale che contraddistingue il Salento, e di cui vogliamo certo continuare a vantarci, rischia di ridursi ad alcune “sontuose cattedrali” in un se non proprio “deserto”; ma certo un paesaggio precario e malconcio.
Nascere artisti, in Italia non è certo facile, perché la società spesso non ravvisa l’utilità e tende a interessarsi dell’arte quando fa comodo, ma bisogna rafforzare la consapevolezza che un mondo senza Arte e Cultura è un mondo più povero di idee. La politica nazionale ha finalmente spostato l’attenzione su questo mondo e il sostegno pubblico al settore si va fortunatamente struttrando con regole più consone a riconoscere la peculiarità del lavoro artistico, tentando di invertire la tendenza all’omologazione, e salvaguardando l’eterogeneità del settore. Ciò riteniamo accadrà tanto più se si sapranno accogliere le proposte che la Slc CGIL continua a portare in emendamento al Decreto legge al vaglio del Parlamento e con la revisione della Legge regionale, per la quale il Consiglio ha inteso, a quanto apprendiamo, accogliere le istanze del sindacato.
In Salento, ugualmente, dobbiamo superare i sistemi con cui ancora oggi si fa produzione culturale, lo abbiamo ribadito al Sindaco e all’Assessore a Lecce, con i quali per primi abbiamo avviato un percorso per attivare un regolamento comunale per l’erogazione dei contributi.
Questo strumento deve andare oltre la formula dell’invito a presentare proposte, assumendosi oltre che l’onere del contributo la responsabilità di garantire il rispetto delle norme da parte di tutte le realtà che entrano nella programmazione di eventi promossa e patrocinati dal Comune che, in quanto soggetto proponente, deve farsi garante sul “proprio suolo amministrato” della Legalità.
Il regolamento, studiato sull’esperienza delle grandi Città metropolitane e in linea con le regole per i fondi europei e la legge regionale, consentirebbe di agganciare ai potenti volani del Turismo e del Marketing Territoriale, un’offerta di produzione culturale che ai “grandi nomi” e ai “macro-eventi”, possa aggiungere la grande offerta che il Territorio è in grado di progettare ed offrire , attraverso regolari contratti e ingaggi.
Il percorso per la stesura del regolamento sarà partecipato ed esteso a tutte le realtà del Territorio, nell’ottica dell’inclusività, ed esportato in ogni luogo geografico, partendo dai centri più grandi fino ai comuni più piccoli del Salento, coinvolgendo l’istituzione provinciale che deve svolgere il ruolo di cerniera tra le realtà del Territorio. Dove per Territorio si intende anche il mondo dell’Impresa con i vantaggi fiscali del Mecenatismo.
Invitiamo quindi tutti quelli che lavorano per la produzione culturale nelle provincie di Lecce e Brindisi, a superare i confini del proprio spazio personale o di categoria ristretta, all’interno del quale fino ad oggi hanno inteso portare le proprie battaglie, per parlare con una sola voce. Dopo la necessaria sintesi di proposte, perché ciò consentirebbe di rafforzare l’efficacia dell’azione comune.
Non dobbiamo più consentire che vadano perduti, o mal utilizzati, importanti Fondi che l’Europa, ogni anno, mette a disposizione degli Stati membri. E quindi fare lo sforzo per evitare che Grandi Eventi concentrati in poche ore, consumino ingenti risorse non lasciando continuità di reddito e di impresa nel Territorio. Come non intendiamo giustificare la malversazione che vede garantire il sostegno dagli Enti secondo logiche che sono estranee alle buone prassi per la salvaguardia, e la sana crescita del comparto e del suo indotto. Fare Cultura e Spettacolo che “consolida filiere” può e deve diventare crescità della comunità.
Se si supera anche questo momento e non saremo riusciti a costruire regole migliori per il Territorio possiamo dirci artefici della nostra estinzione.
Il coordinamento Slc Cgil Lecce/Brindisi
Il segretario generale compresorio Lecce-Brindisi SLC-CGIL
Tommaso Moscara